Sessualità e disabilità: ogni percorso ha la sua voce
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In Italia parlare di sessualità è ancora, troppo spesso, un tabù. Se poi entriamo nel campo della disabilità, il silenzio si fa ancora più assordante. Ma è proprio questo silenzio che va interrotto. Ora.
Perché la verità è semplice: gli adolescenti con disabilità, motorie o intellettive, vivono la pubertà come tutti gli altri. Il corpo cambia, le emozioni esplodono, i desideri emergono. E come tutti, hanno bisogno di essere ascoltati, compresi, guidati. Hanno bisogno di educazione sessuale, non di imbarazzo. Di spazi sicuri, non di porte chiuse.
Progetti come LoveLife nascono proprio per questo: offrire percorsi educativi che parlino di rispetto, emozioni e consapevolezza. Che aiutino ragazze e ragazzi a capire sé stessi, senza paura e senza vergogna.
Disabilità intellettiva: bisogni specifici, non ignorabili
Chi convive con una disabilità intellettiva spesso viene escluso dai discorsi sulla sessualità, come se il problema non esistesse. Ma ignorare non significa proteggere: significa lasciare soli.
Serve un'educazione affettiva su misura, fatta di parole semplici, gesti concreti e presenza costante. Serve formazione per famiglie, educatori, insegnanti, perché chi accompagna ogni giorno questi ragazzi ha bisogno di strumenti. Iniziative come il Forum Permanente sulla Sessualità della Regione Lazio stanno finalmente aprendo strade nuove e coraggiose.
Disabilità motoria: il corpo c'è, e desidera
Esiste un pregiudizio sottile e pericoloso: chi ha una disabilità motoria viene spesso visto come “asessuato”. Come se il desiderio non gli appartenesse, come se l’intimità fosse qualcosa da cui è escluso.
Nulla di più sbagliato.
La tenerezza, la voglia di amare, di essere toccati, di condividere l’intimità non spariscono. Cambiano forma, forse. Ma esistono. E meritano rispetto.
Spettro autistico: quando il silenzio diventa pericolo
Per chi è nello spettro autistico, la mancanza di educazione sessuale può diventare un vero rischio. Abusi, isolamento, fraintendimenti: non perché non possano amare o desiderare, ma perché nessuno glielo spiega. E perché troppi genitori, per paura o imbarazzo, preferiscono “non parlarne”.
Ma il silenzio non protegge. Il silenzio isola.
Parlarne è un atto d'amore.
Su Reddit, qualcuno ha scritto:
“L'idea che un disabile non possa disporre di una sfera sessuale lo limita… Reprime la libido e accumula frustrazione.”
Parole vere, potenti, che ci chiedono di fermarci a riflettere.
Educazione sessuale: un diritto, non un pericolo
A tutti gli adulti che si prendono cura di giovani con disabilità – genitori, educatori, insegnanti – vogliamo dire: non abbiate paura. L’educazione sessuale non è un rischio. È uno strumento.
È libertà. È rispetto. È crescita.
Per tutti.
Condividiamo queste parole. Portiamo fuori la sessualità dal buio del tabù.
Facciamone ciò che è davvero: un diritto. Non un problema.